Adolescenza

Adolescenza: domande che gli adulti si fanno (e riflessioni)
Perché l’adolescenza “complica” improvvisamente tutto?
Perché è un passaggio identitario in cui corpo, emozioni e legami cambiano insieme. L’adolescente deve separarsi (un po’) dal mondo infantile e negoziare nuovi confini con famiglia e scuola: oscillazioni emotive, chiusure e provocazioni sono spesso tentativi di autorganizzarsi, più che “cattiva volontà”. In questa fase, un setting pensato ad hoc (tempi, linguaggio, alleanze) aiuta a trasformare la crisi in occasione di crescita.
Ribellione, silenzi, ritiro sociale: quando preoccuparsi?
Guardiamo a tre indizi: 1) durata e intensità dei segnali (quanto a lungo e quanto impattano scuola, sonno, relazioni); 2) perdita di interessi e progressivo isolamento; 3) comparsa di condotte di rischio (autolesività, abuso di sostanze, condotte alimentari disfunzionali). Il ritiro sociale va ascoltato presto: non è “solo internet”, ma spesso un modo di proteggersi da vergogna e fallimenti percepiti. Un colloquio mirato può riattivare il contatto con sé e con gli altri.
Che cosa possono fare concretamente genitori e insegnanti?
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Ascolto senza giudizio: prima comprendere, poi proporre.
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Cornici chiare: limiti e responsabilità esplicitati, negoziati, coerenti.
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Riconoscere i passaggi: valorizzare piccoli successi di autonomia (gestione studio, uscite, scelte).
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Lavoro in rete: quando serve, coordinare scuola, famiglia e terapeuta riduce confusione e duplicità di messaggi.
Come aiuta la psicoterapia?
Offre uno spazio protetto in cui dare parola a emozioni intense, pensieri ambivalenti e paure sul corpo e sul futuro. Il terapeuta svolge funzioni di contenimento e mentalizzazione, aiutando a legare ciò che si sente a ciò che si vive, a “pensare i pensieri” invece di agire i sintomi. In base ai bisogni, possono essere previsti momenti con i genitori e—quando utile—interventi brevi e focali per sciogliere i nodi iniziali e sostenere l’individuazione.
Quando è indicata una consultazione breve?
Quando c’è urgenza (calo scolastico improvviso, ritiro, ansia acuta) o quando bisogna orientare in tempi contenuti scelte e priorità. La psicoterapia breve d’individuazione struttura pochi incontri ad alta intensità con ragazzo/a e genitori: si nominano il problema, il senso che ha assunto nella storia personale, e si costruisce un piano condiviso (terapia individuale, lavoro con la famiglia, invii specialistici).
Il nostro approccio
Nel nostro studio adottiamo una cornice psicoterapeutica evolutiva centrata sull’adolescente e sulla sua famiglia. Usiamo una consultazione iniziale breve e focalizzata per mettere a fuoco la domanda e gli obiettivi; privilegiamo colloqui individuali con il/la ragazzo/a, affiancati da incontri periodici con i genitori per allineare le traiettorie educative. Lavoriamo sul significato del sintomo (non solo sulla sua eliminazione), promuoviamo mentalizzazione e regolazione emotiva, e—quando opportuno—attiviamo il lavoro di rete con scuola e altri servizi del territorio. Questo impianto consente interventi sia brevi e mirati sia percorsi più estesi, rispettando tempi e compiti evolutivi dell’adolescenza.


